Ci ha cambiati lo Zapatismo?
Da Carta 11/17 dicembre 2003 n.45
Strategia del caracol
Ci ha cambiati, lo zapatismo?
Il primo gennaio del 2004 l'Esercito zapatista di liberazione nazionale
e le comunità indigene del Chiapas festeggeranno il decimo
anniversario dell'insurrezione. In novembre, si è festeggiato
il ventesimo dalla nascita dell'Ezln. Gli anniversari a cifra tonda
sono l'occasione non solo di festeggiare, ma anche di chiedersi
che cosa si è fatto e dove si sta andando. E' una debolezza
umana, cui lo stesso subcomandante Marcos, portavoce dell'Ezln,
sta prestando la sua opera, sebbene alla maniera auto-ironica cui
ci ha abituati.
Eppure, l'apparizione degli zapatisti ha avuto un'enorme importanza.
Si può dire che molte delle idee, e dei modi di fare, del
movimento "altermondialista" sono in effetti nati il primo
gennaio del '94. Un breve e parziale elenco: il rifiuto del ruolo
dell'"avanguardia"; la rinuncia alla "presa di potere";
la contestazione della lotta armata, in singolare contraddizione
con l'essere un "esercito"; l'idea che si tratti di costruire
"un mondo che contenga molti mondi"; il "camminare
domandando" come atteggiamento teorico, oltre che pratico;
la sperimentazione della democrazia municipale, quel che gli zapatisti
chiamano "caracoles", chiocciole…
E' così che si spiega come agli zapatisti, ovunque, sia dedicata
un'attenzione, una simpatia e una solidarietà diffuse ben
oltre i confini del militantismo di estrema sinistra o della nostalgia
delle guerriglie guevariste degli anni sessanta. Si può dire
anche che, direttamente con i saggi, i racconti e i comunicati di
Marcos, o indirettamente attraverso l'adozione di parole e modi
di fare da parte delle reti sociali, lo zapatismo ha incrinato,
cambiato schemi e comportamenti delle sinistre, anche in Italia.
Promemoria:
l'8, il 9 e il 10 agosto ad Oventic, in Chiapas, l'Esercito zapatista
di liberazione nazionale annuncia la nascita delle "Caracoles":
l' Ezln torna ad essere uno strumento di autodifesa delle comunità
dalle forze paramilitari e governative, mentre i municipi ribelli,
attraverso le giunte di Buon governo, assumono il ruolo politico
principale di costruzione di democrazia e autogestione.