Argentina, il Parlamento annulla l'impunit

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Agosto 2003

 

Aria nuova in Argentina. A larga maggioranza la camera ha dichiarato «insanabilmente nulle» le leggi del Punto final e della Obediencia debida che avevano salvato i dittatori Videla, Massera, Agosti e tutti i torturatori delle giunte militari. Sono stati dichiarati imprescrittibili i crimini contro l'umanità. Dopo il voto esplode la festa di Plaza de Mayo, centinaia di generali, ammiragli, colonnelli e poliziotti, alcuni ancora in servizio, dovranno fare i conti con la giustizia finalmente.
Il Presidente Kirchner preme per aprire i processi o concedere le estradizioni. Ora l'annullamento va al senato. L'ultima parola sarà della corte suprema.


Lunedì il presidente Nestor Kirchner ha firmato l'adesione argentina alla Convenzione dell'Onu sulla imprescrittibilità dei crimini di guerra e dei crimini di lesa umanità, nella notte fra martedì e ieri la Camera ha votato a grande maggioranza la legge che dichiara «insanabilmente nulle» le due oscene leggi del Punto final e della Obediencia debida, gli obbrobri giuridici (ed etici) con cui nell'86 e `87, il presidente radicale Raul Alfonsin, sotto la pressione dei carapintadas golpisti, aveva sancito l'impunità per migliaia di killer e torturatori esecrabili che negli otto anni della dittatura militare dal `76 all'83 si resero responsabili, in nome dei «valori occidentali e cristiani», di un bagno di sangue di 30 mila desaparecidos.
La sorpresa e la speranza è l'argentino di origine svizzero-jugoslava Nestor Kirchner.
Vanno a suo credito la legge passata nella notte di martedì alla Camera e l'ondata di arresti con cui i giudici federali argentini stanno colpendo i vecchi macellai impuniti (o amnistiati) della dittatura o i ladroni del «miracolo» neo-liberista della decade del Governo di Menem (ultima la corrottissima Julia Maria Alsogaray, arrestata per peculato, frode contro l'amministrazione pubblica, arricchimento illecito).

Senza la decisione mostrata da Kirchner, dentro e fuori l'Argentina, a riaprire e risolvere i problemi pendenti della «memoria e della giustizia», né i deputati né i giudici - salvo poche e onorevoli eccezioni - si sarebbe mai azzardati a spingersi sulla strada che, per molti anni da sole, le indomite Madres e Abuelas della Piazza di Maggio - e ora, in una simbolica catena che non dà speranze di oblio né di fuga ai colpevoli, gli Hijos, i figli dei desaparecidos - non hanno cessato di battere nelle loro camminate del giovedì sulla Plaza de Mayo.

Il dibattito alla Camera dei deputati, martedì rispecchia la forza mostrata finora da Kirchner. La sua richiesta di dare rango costituzionale - quindi con almeno i due terzi dei voti - all'adesione argentina alla Convenzione dell'Onu ha ottenuto, per alzata di mano, l'unanimità di una Camera quando mancava poco alla mezzanotte di martedì lo speaker della Camera ha potuto dare la conferma del risultato del voto, dentro il bel palazzo in stile neoclassico del Congresso sono scoppiati applausi e lagrime, e fuori, sulla piazza, le migliaia di persone che aspettavano, hanno fatto scoppiare petardi e tappi di spumante.

La Argentina di Kirchner, che i nazisti del regime militare, i neo-liberisti del decennio di Menem e gli imbelli del continuista De la Rua avevano portato a sprofondare nella tragedia umana, economica e sociale, sull'orlo stesso della dissoluzione, in meno di tre mesi l'Argentina, sembra rinata. Il grigio avvocato peronista della provincia patagonica di San Luis, non ha perso un giorno. 1) Ha decapitato i vertici militari, mandando a casa d'un colpo solo una cinquantina di generali e ammiragli che venivano dai tempi della dittatura; 2) ha tolto di mezzo, accusandoli di corruzione, i capi di quella associazione a delinquere che è la poderosa e temibile Bonaerense - fra l'altro smarcandosi dal suo sponsor, l'ex presidente e caudillo peronista Eduardo Duhalde di cui si temeva divenisse ostaggio -, la polizia, che poi è un esercito, della provincia di Buenos Aires; 3) ha cacciato i dinosauri peronisti dal loro feudo del Pami, il ricchissimo organismo deputato a fornire (pessimi) servizi sociali ai pensionati; 4) ha attaccato frontalmente quell'altro centro di corruzione che è la Corte suprema, di ferrea nomina e fedeltà menemista, obbligando il suo presidente Julio Nazareno alle dimissioni e proponendo al suo posto un rispettatissimo giurista, Raul Zaffaroni, impegnato da sempre nella difesa dei diritti umani; 5) ha revocato il decreto con cui Menem e De la Rua impedivano l'estradizione dei militari genocidi aprendo la strada all'arresto e al processo in patria (la soluzione che preferisce e la migliore) o allo sdoganamento dei vari Videla, Massera e soci richiesti all'estero (il giudice spagnolo Garzon ne ha incriminati 46, la Francia vuole il capitano Astiz, condannato all'ergastolo per la scomparsa di due suore francesi, l'Italia dovrebbe rivendicare il generale Suarez Mason e gli altri condannati all'ergastolo a Roma due anni fa); 6) ha tolto il segreto di stato sui nazisti in fuga dalla Germania che il generale Peron accolse e protesse, nonché sui sanguinosi attentati degli anni 90 contro l'ambasciata di Israele e l'Amia, un centro di assistenza ebraico; 7) ha tenuto testa a George Bush e al capo dell'Fmi, Horst Kohler, rinfacciandogli a brutto muso le dirette responsabilità del Fondo nel disastro economico argentino e ricordandogli che, default o non default (sono 13 i miliardi di dollari da restituire di qui a dicembre), «l'Argentina non pagherà i debiti a scapito della crescita economica e della fame»; 8) a Madrid è stato durissimo con le grandi imprese spagnole, ricordando che hanno fatto affari d'oro con l'acquisto delle principali imprese pubbliche argentine svendute da Menem ed è indecente che ora premano per non perdere un euro nella crisi verticale del modello neo-liberista che hanno sfruttato a mani basse; 9) ha resistito finora alle sempre più dure pressioni (venute anche dal nostro Romano Prodi in un incontro a Burxelles) delle aziende europee e americane che gestiscono le imprese ex-statali dei servizi pubblici per aumentare le tariffe e ha annunciato che i contratti di privatizzazione saranno rivisti uno a uno; 10) ha firmato l'adesione alla Convenzione Onu, che giaceva nei cassetti della Casa rosada dal `95 chiusi a chiave da Menem e De la Rua; 11) ha costretto la Camera a votare la nullità del Punto Finale e della Obbedienza dovuta.

Nel frattempo l'economia argentina, che era spacciata e in recessione da 4 anni, ha ripreso a crescere - senza e contro gli aiuti avvelenati dell'Fmi - quest'anno è atteso un più 5-6% che sarebbe l'indice più alto del continente.

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