Movimenti
MOVIMENTI dei bambini e adolescenti lavoratori
I Movimenti dei Bambini e Adolescenti Lavoratori sono presenti in America Latina, Africa e Asia fin dagli inizi degli anni ’70; queste organizzazioni locali sono un fondamentale e spesso unico strumento di tutela e di promozione dei loro diritti.
I Movimenti hanno progetti d’azione che toccano le seguenti linee: educazione ai diritti, istruzione, salute, ricreazione, partecipazione, organizzazione. I principi che guidano questo percorso sono quelli del protagonismo di bambini e adolescenti, del rispetto dei diritti e della valorizzazione critica del lavoro.
Esistono numerose terminologie per definire i Bambini e Adolescenti Lavoratori organizzati legate alle diverse lingue continentali e locali. Ci limitiamo a ricordarne le principali senza addentrarci nelle innumerevoli forme e dialetti che troviamo in molte aree di Africa e Asia. L’acronimo NATs (Niños y Adolescentes Trabajadores) che tradotto in italiano con l’espressione “bambini e adolescenti lavoratori” è una sigla latinoamericana che anche qui in Italia usiamo spesso per riferirci a questo gruppo sociale. Per i paesi anglofoni parliamo di Working Children, mentre per i paesi francofoni di EJT “Enfants et Jeunes Travailleurs”.
Modalità di organizzazione e azione dei Movimenti
Parlando di Movimenti di Bambini e Adolescenti Lavoratori è fondamentale addentrarci nella struttura della loro organizzazione e nelle metodologie pedagogiche che ne determinano la forte azione che porta i bambini stessi alla consapevolezza dei propri diritti e a un lavoro costante perché questi siano rispettati, trovando forme alternative e risolutive a sfruttamenti, soprusi, discriminazioni e ingiustizie.
Attraverso i processi di “organizzazione” i bambini e gli adolescenti lavoratori escono da una condizione di isolamento individuale, iniziano un percorso di reciproco riconoscimento come gruppo sociale. A partire da questo riconoscimento, che è la base di un’identità collettiva, cominciano a riunirsi, a discutere dei loro problemi, a proporre azioni e a organizzare iniziative di risposta. Lungo questo percorso possono giungere a livelli sempre più complessi che prevedano anche la costruzione di una soggettività pubblica e politica, ossia la trasformazione dell’identità di gruppo in una capacità di mobilitazione e di protagonismo prima locale, poi nazionale e infine internazionale.
Il termine “Movimento”, utilizzato per definire i gruppi di base e le associazioni di bambini e adolescenti lavoratori, allude a fondamentali caratteristiche dell’organizzazione e dell’azione di questo nuovo soggetto sociale.
Un movimento sociale è una forma di azione collettiva che si appella alla solidarietà, e che ha la capacità di condividere un’azione comune. I suoi membri si riconoscono tra di loro come simili, come attori che hanno gli stessi problemi, perché appartengono ad un determinato segmento sociale. Dall’altro lato, un movimento evidenzia l’esistenza di un conflitto sociale.
E i Bambini e Adolescenti Lavoratori organizzati richiedono proprio di essere riconosciuti come Movimenti Sociali che operano all’interno della società per realizzare i diritti dei bambini lavoratori e dell’infanzia in genere, a livello locale come nazionale, senza tralasciare un’importante apertura e un orizzonte di livello anche intercontinentale e mondiale che si sta man mano consolidando nel tempo.
La “partecipazione” è fondamentale nell’azione dei Movimenti. L’organizzazione dei Bambini e Adolescenti Lavoratori è il luogo sociale in cui si tenta di recuperare la completezza del diritto democratico anche per l’infanzia e l’adolescenza. Ciò significa che il bambino e l’adolescente partecipa a pieno titolo alla “sua” organizzazione recuperando al suo interno lo statuto di una completa cittadinanza. Per esempio, i Movimenti hanno una struttura democratica di elezione sia dei propri delegati che dei collaboratori adulti. Anche la gestione e la rappresentanza delle organizzazioni dei Bambini e Adolescenti Lavoratori, tanto nella quotidiana dimensione del quartiere come nell’ampio orizzonte di un movimento internazionale, è prerogativa degli stessi bambini e adolescenti lavoratori delegati a rappresentare i loro compagni.
La partecipazione di cui da qualche anno parlano anche le grandi agenzie internazionali e che i bambini e adolescenti lavoratori organizzati vivono da 30 anni, è lo strumento principale che porta alla consapevolezza della propria situazione. Chiamata in modo più completo “protagonismo” include tutto il lavoro che va dal confronto a livello sociale, a un percorso educativo di percezione delle proprie possibilità e dei propri diritti, per arrivare a trovare soluzioni comuni per migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli stessi bambini lavoratori e dell’infanzia in generale.
A livello internazionale i Movimenti di Bambini e Adolescenti Lavoratori hanno cominciato a coordinarsi in un lavoro comune di solidarietà e collaborazione nel 1996. Un processo con 10 anni di storia iniziato a Kundapur, in India, dove 34 delegati dei tre continenti hanno steso 10 punti (vedere documento: Dichiarazione di Kundapur) per focalizzare le loro lotte comuni e le loro richieste, prima fra tutte che la loro voce possa essere ascoltata e considerata laddove si decide della loro vita.
Attraverso un percorso non privo di difficoltà, il Movimento Mondiale dei Bambini e Adolescenti Lavoratori è arrivato a rincontrarsi a Milano nel 2002, dando risposta al desiderio di riunirsi per un secondo Incontro Mondiale. Tale evento si è svolto a Berlino (vedere documento: Dichiarazione di Berlino)nel 2004 ed ha visto la partecipazione di 33 delegati dall’Africa, Asia e America Latina.
I lavori sono poi stati continuati a Kundapur nel 2005 dove una ristretta delegazione dei tre continenti ha lavorato per definire l’agenda e le tematiche fondamentali da discutere nel 3° Incontro Mondiale dei Bambini e Adolescenti Lavoratori che si è tenuto a Siena (vedere documento: Dichiarazione di Siena)nell’ottobre 2006.