DICHIARAZIONE DI KATHMANDU
Dall’incontro dei Bambini e Adolescenti Lavoratori
del Sud e del Centro dell’Asia
Nepal, 25-27 Agosto 2005
I bambini costituiscono più del 40% della popolazione mondiale. Nel mondo i bambini lavoratori sono circa 350 milioni: il 60% di questi lavora nella regione asiatica e del pacifico (ILO 2002), e le concentrazioni più alte si hanno nell’Asia meridionale, rendendo quindi ancora più drammatica la situazione in quest’area. Le condizioni dei bambini lavoratori sono più o meno analoghe in tutti i paesi del Sud e del Centro Asia.
Il 2004 è stato un anno molto importante per il Movimento dei bambini e adolescenti lavoratori dell’Asia centrale e sud, così come per il rafforzamento del Movimento Internazionale dei Bambini Lavoratori. Stiamo infatti acquisendo maggiori responsabilità e peso partecipando a incontri di livello nazionale ed internazionale al fine di promuovere la nostra partecipazione nell’affrontare la questione del Lavoro Minorile.
Per tutti 40 i bambini qui presenti, provenienti da Bangladesh, India, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, e Tajikistan è un onore poter rappresentare in questo incontro le diverse organizzazioni locali, regionali e nazionali di bambini lavoratori. Purtroppo i nostri amici dei Movimenti della Mongolia e dell’Afghanistan non hanno potuto prendere parte all’incontro.
Uno dei risultati più importanti di questo incontro è che i rappresentanti del movimento dei bambini lavoratori dello Sri Lanka e del Tajikistan si sono uniti al Movimento Asiatico e lo hanno reso ancor più forte.
Dopo 3 giorni di discussioni ed incontri, abbiamo rafforzato il nostro Movimento asiatico, con particolare riguardo nei confronti delle regioni dell’Asia del centro e del sud.
Abbiamo identificato quali sono le sfide che ci ostacolano e le opportunità da utilizzare per poter progredire. Abbiamo anche parlato di come possiamo superare le nostre difficoltà.
Noi crediamo di poter affrontare le nostre sfide insieme, grazie alla forza che ci proviene dalle nostre esperienze e dall’unione dei nostri sforzi. Questo ci ha dato l’opportunità di vivere un grande momento di condivisione e di confronto sulle diverse questioni.
Noi, i rappresentanti delle organizzazioni dei bambini lavoratori ci siamo riuniti a Kathmandu, il 25-27 Agosto 2005, per l’Incontro Regionale dei Bambini Lavoratori, abbiamo steso la seguente dichiarazione, concordata e sottoscritta da tutti noi:
Crediamo che eliminare il lavoro minorile sia negativo se non si apportano le alternative adeguate. Prima di approvare legislazione per l’eliminazione totale del lavoro minorile, i governi devono assicurarsi che vi siano delle alternative e che esse siano accessibili e disponibili. Allo stesso tempo i bambini coinvolti in lavori pericolosi come quelli legati alla droga, il traffico di bambini, la pornografia, la prostituzione, il contrabbando e l’arruolamento di bambini soldato, dovrebbero essere soccorsi e riabilitati con alternative appropriate appena possibile. Dovrebbero esserci leggi adeguate e i governi dovrebbero stabilire quali lavori dovrebbero essere protetti dalla legge.
Noi crediamo nella necessità di uscire dalla situazioni dei lavori pericolosi grazie ad appropriate alternative quali lavori rispettati e pagati, stabilendo dei salari minimi; questo anche grazie all’opportunità di una educazione di qualità per tutti, senza discriminazione. Tuttavia, non dovremmo accettare le peggiori forme di lavoro che pregiudicano la nostra sopravvivenza e il nostro sviluppo. Riconosciamo che non solo la povertà ma anche una educazione di bassa qualità, violenza ed umiliazione nella scuola, ci portano ad abbandonare gli studi, per essere poi coinvolti in lavori pericolosi.
Riconosciamo che come bambini lavoratori del Sud e del Centro dell’Asia affrontiamo problemi comuni nella nostra vita e nel nostro lavoro e come bambini lavoratori di questa regione dell’Asia, viviamo esperienze sia positive che negative.
Un aspetto positivo del nostro lavoro è che ci permettere di trovare i mezzi di sussistenza per la nostra sopravvivenza e l’assistenza sanitaria per noi e per le nostre famiglie. Inoltre attraverso il lavoro a volte possiamo imparare nuove capacità e abilità. Lavorando impariamo ad affrontare sfide e difficoltà. Il lavoro ci da inoltre dignità, ci fa sentire solidali e orgogliosi perché aiutiamo a risolvere alcuni problemi familiari, come ad esempio la restituzione di un debito contratto dai nostri genitori.
Allo stesso tempo facciamo esperienze molto dolorose che fanno parte della nostra vita lavorativa e che sono comuni a tutti i bambini lavoratori dell’Asia del Sud e del Centro. Qui con i nostri amici abbiamo condiviso alcune di queste esperienze.
Molti di noi svolgono lavori pericolosi, molti di noi corrono il rischio di incorrere in incidenti gravi e amputazioni. Siamo obbligati a fare lavori pericolosi perché possiamo guadagnare di più, fattore importante per combattere la situazione di estrema povertà che viviamo, ma anche perché spesso non ci sono alternative. I bambini lavoratori del Sud e del Centro dell’Asia sono esposti maggiormente all’uso di droga, al gioco d’azzardo, all’abuso sessuale e all’abuso da parte dei datori di lavoro adulti.
I bambini di strada affrontano i tipici rischi come l’essere accusati ingiustamente di furto. I datori di lavoro non considerano mai le cause che portano i bambini a lavorare. Le cause principali sono: lo sfruttamento economico; la discriminazione, inclusa quella per il genere; sfruttamento e tortura mentale, fisica e sessuale; il sentimento di insicurezza è simile per i lavoratori nell’Asia del Sud e del Centro.
Nonostante ci siano leggi e norme per i bambini e per il lavoro minorile in molti paesi dell’Asia del Sud e del Centro, queste non sono sempre favorevoli per noi. Non veniamo mai consultati quando queste leggi e politiche vengono formulate nonostante noi conosciamo molto meglio i problemi che dobbiamo affrontare. In particolare i bambini provenienti dalle caste cosiddette degli “intoccabili” e i gruppi “indigeni”, alle quali appartengono la maggior parte dei bambini lavoratori, affrontano discriminazioni estreme.
Le leggi non sono accessibili per le comunità analfabete e molti membri delle forze dell’ordine non conoscono la legge.
In questo scenario, e nonostante le sfide, ci siamo organizzati e il nostro movimento ha ormai una lunga storia. Alcuni Movimenti nei paesi dell’Asia del Sud e del Centro hanno avuto un ruolo centrale nel processo per sviluppare un Movimento di bambini lavoratori di tutte le parti del mondo.
Movimenti come Bhima Sangha, Bal Mazdoor Union, il Movimento Nazionale dei Bambini Lavoratori in India, il Forum Nazionale dei Bambini Lavoratori in Nepal, Child Brigade in Bangladesh, PRWSWO in Pakistan, il Forum Nazionale dei Bambini Lavoratori in Sri Lanka hanno effettivamente influenzato i processi di formulazione di leggi e politiche. Hanno contribuito concretamente alla nascita di nuovi movimenti in altri paesi. I bambini lavoratori si stanno organizzando sempre più in questa regione dell’Asia.
Noi stiamo rivisitando la storia del Movimento Internazionale, del quale siamo parte, e abbiamo potuto conoscere i precedenti e il processo che è cominciato a Kundapur (1996) che ci ha portati fin qui, a Kathmandu. A questo lungo viaggio dobbiamo la solidarietà tra di noi. Condividiamo i valori e i principi dei Movimenti di Bambini Lavoratori, nei quali i bambini stessi hanno preso il comando e sono impegnati a continuare la loro azione.
Noi ci prendiamo l’impegno di passare questo messaggio a tutti i nostri amici quando torneremo nei nostri paesi e aiuteremo gli altri bambini a formare le loro organizzazioni e rendere più forte il nostro movimento nazionale.
Firmato dai
Bambini dei Movimenti nazionali di bambini e adolescenti lavoratori:
National Working Children’s Movement
BANGLADESH
National Movement of Working Children
INDIA
National Forum of Working Children
NEPAL
National Committee on Working Children
SRI LANKA
Children Coming from Other Organizations:
Bhima Sangha
INDIA
Bal Mazdoor Union
INDIA
Pakistan Rural Workers Social
Welfare Organization, PAKISTAN
Refugee Children and Vulnerable Citizens
TAJIKISTAN
Kathmandu, 28 Agosto 2005