PRE-MUNDIALITO
INCONTRO DEI MOVIMENTI DI BAMBINI, ADOLESCENTI E GIOVANI LAVORATORI
DI AFRICA, ASIA ed AMERICA LATINA
BAL MAZDOOR UNION e BHIMA SANGHA ASIA
MAJET AFRICA
MOLACNATS AMERICA LATINA
25 novembre/2 dicembre 2002
Milano/Lavanderie - Italia
Per la prima volta in Italia
A Milano, dal 25 novembre al 2 dicembre 2002, si è tenuta la riunione dei delegati dei Movimenti di Bambini e Adolescenti Lavoratori di Africa, Asia ed America Latina, con l'appoggio delle associazioni ITALIANATs (Italia) e PRONATs (Germania).
Manjula Muninarasimha (Bhima Sangha, India)
Raju Kumar e Anuj Chowduri (Bal Mazdoor Union, India)
Sophie Amelia Faye (MAEJT: Movimento Africano di Bambini e Giovani Lavoratori)
Yennifer Garay e Tania Pariona (MOLACNATs: Movimento Latino Americano e del Caribe di Bambini e Adolescenti Lavoratori)
I ragazzi erano accompagnati dai rispettivi collaboratori adulti: Hamidou Coly per il MAEJT, Antonio Añasco per il MOLACNATs, Ganapathy Mruthyunjaya Bhatta Magalu di CWC per Bhima Sangha, Krishna Kumar Tripathy di Butterflies per Bal Mazdoor Union; con la partecipazione di Alejandro Cussianovich pedagogo di ifejant, di Manfred Liebel di PRONATs e di alcuni rappresentanti di ITALIANATs, fra cui il presidente Fabio Cattaneo.
Tambaké Tounkara, delegato del MAEJT, non ha potuto partecipare in quanto l'Ambasciata Italiana in Senegal gli ha rifiutato il visto, violando i diritti dei bambini.
PARTECIPANTI - STORIE DI VITA
MANJULA, L'ESPERIENZA DI UNA RAGAZZA LAVORATRICE DEL SUD DELL'INDIA
Mi chiamo Manjula e sono membro di Bhima Sangha, un sindacato di e per i bambini lavoratori in India. Bhima Sangha è il primo sindacato di bambini lavoratori in Asia.
Mio padre morì quando avevo 10 anni. Ho studiato fino alla settima classe, dopodiché ho dovuto lasciare la scuola perché per la famiglia era troppo difficile continuare a farmi studiare. IL mio primo lavoro è stato nel settore edile come manovale. In seguito ho lavorato come domestica per qualche mese. Ho anche lavorato come venditrice di fiori e ho avuto esperienze di lavoro in molti altri settori.
All'età di 12 anni sono diventata membro di Bhima Sangha. Nei primi tempi ho partecipato attivamente nella sezione locale del Sindacato per bambini. Gradualmente ho assunto sempre maggiori responsabilità e ho iniziato a ricoprire un ruolo importante a livello statale. Nel 2001 sono stata eletta come Vice-Presidente del Comitato Statale di Bhima Sangha. Adesso sono membro di questo Comitato Statale e tesoriera di Bhima Sangha a Bangalore. Contemporaneamente frequento la decima classe e lavoro come domestica dopo le ore scolastiche.
Amo molto i colori perché sono simbolo di pace. Sono appassionata di pallavolo e pallacanestro. Mi piace conoscere nuovi amici e costruire relazioni solide con le persone.
Ho conquistato molto coraggio e forza grazie alla mia partecipazione all'interno del Sindacato. Sono in grado di esprimere e rappresentare me stessa molto bene a casa e all'interno della mia comunità. Ho imparato che come membri del Sindacato, dobbiamo comprendere la situazione dei bambini lavoratori e riflettere sulle alternative da offrire ai bambini che sono sfruttati nel lavoro. Partecipo attivamente nell'aiutare i bambini lavoratori ad organizzarsi. Credo fermamente che i bambini, attraverso la loro partecipazione, possono cambiare ilo mondo trasformandolo in un posto migliore dove i bambini non vengono sfruttati e dove tutti i bambini godono dei loro diritti.
Manjula Muninarasimha
Bangalore, India
Delegata del Movimento Bhima Sangha
RAJU E ANUJ, STORIE DI VITA DI DUE DELEGATI DELL'INDIA SETTENTRIONALE
Siamo Raju Kumar and Anuj Choudhuri, rispettivamente di 14 e 16 anni, membri di Bal Mazdoor Union (Sindacato dei bambini lavoratori) e editori della rivista Bal Mazdoor Ki Awaz (La Voce dei Bambini Lavoratori). Siamo dei bravi attori e facciamo parte di un gruppo teatrale di bambini.
Io, Anuj, sono responsabile di Bal Vikas Bank (una banca per lo sviluppo dei bambini e dei ragazzi). Si tratta di una banca condotta da bambini per aiutare e migliorare le condizioni dei bambini lavoratori della strada.
A partire dagli ultimi cinque, sei anni siamo in contatto con l'associazione Butterflies. Prima vivevamo entrambi per la strada, lavoravamo raccogliendo tra i rifiuti prodotti per il riciclo (rag-picker) e frequentavamo regolarmente lezioni scolastiche informali condotte da Butterflies. A poco a poco siamo entrati a far parte di alcuni collettivi/organizzazioni, diventando parte integrante di Bal Mazdoor Union nelle sue diverse forme. Ora siamo stati ammessi alla scuola formale e ci impegniamo molto.
Io, Raju frequento la quarta classe. Io, Anuj, frequento la classe sesta.
Dopo la scuola lavoriamo un po' di tempo come rag-picker per guadagnare qualche soldo. La notte dormiamo nel dormitorio gestito da Butterflies per i bambini di strada lavoratori. Questo dormitorio viene offerto ai senzatetto. Una delle stanze viene data a Butterflies dalla Corporazione municipale di Delhi come dormitorio e come centro di studio per i bambini lavoratori di strada. Da un anno e mezzo Butterflies gestisce questo spazio. Io, Raju, desidero considerare le mie future possibilità in questa attività. Mentre io, Anuj, in futuro vorrei proseguire la mia esperienza bancaria o come giornalista.
Raju Kumar and Anuj Choudhuri
Delhi, India
Delegati del Movimento Bal Mazdoor Union
Mi chiamo Sophie, sono nata il 7 maggio 1983 in Senegal.
Dopo 6 anni di scuola ho provato ad iscrivermi al CEPE nel 1998, senza però venire accettata a causa del limite d'età.
Nel 1999 mi sono iscritta a un centro di apprendistato dove ho frequentato per tre anni il corso di formazione per sarta.
Nel giugno del '99 ho conosciuto l'Associazione di Bambini e Giovani Lavoratori (AEJT) di Thiès diventando membro aderente. Qui sono stata apprezzata per la pertinenza dei miei interventi durante le riunioni e per l'abilità di sviluppare le mie capacità di comunicazione. Sono stata così eletta delegata dell'AEJT di Thiès per partecipare a differenti riunioni del coordinamento a Fatick (16 giugno 1999), a St. Louis sempre nel '99 e a Popenguine nel 2001, organizzate a livello nazionale.
Nello stesso anno ho fatto parte dei Bambini e Giovani Lavoratori riuniti nei forum di sensibilizzazione dentro i villaggi di Ngoujdane, Ngaye gaye e Enampore dai quali provengono molti bambini lavoratori di Dakar.
Ho anche frequentato a Thiès alcuni laboratori di lavoro manuale e sul'ascolto a Tambacounda rispettivamente nel 2000 e nel 2001.
A livello regionale, sono stata nominata da AEJT del Senegal delegata nazionale della commissione regionale dei Movimenti africani dei bambini e giovani lavoratori.
Sono stata membro del comitato durante il 5° incontro del MAEJT tenuto a Bamako nel 2000. Nello scorso marzo, a Ougadougou nel Burkina Faso, sono stata una dei 10 delegati che ha lavorato sui documenti dell'UNGASS.
Sono stata membro dell'équipe d'appoggio tecnico all'associazione di bambini e giovani lavoratori di Louga, nell'atelier di Rufisque.
Amélia Sophie Faye
Senegal, Africa
Delegata MAEJT, Movimento Africano di bambini e giovani lavoratori
TAMBAKE', TRA SCUOLA E LAVORO IN GUINEA CONAKRY
Mi chiamo Tambaké Tounkara, ho 16 anni. Mio padre è disabile, è stato amputato alla gamba destra, e mia madre ha divorziato da lui quando io avevo 3 anni. Lei è morta poco dopo. Mio padre ha ora due donne e molti figli. Ho avuto un'infanzia molto difficile a causa della prima moglie di mio padre. Prima, lei ha ritardato la mia iscrizione a scuola, spesso mi picchiava, e faceva di tutto perché mio padre mi picchiasse. Una volta iscritto alla scuola, arrivavo sempre tardi a causa delle sue azioni, arrivavo sempre in ritardo e con i vestiti sporchi e mi rimandavano sempre a casa. Vedendo la mia sofferenza, mia nonna paterna ha trovato una seconda moglie per mio padre, affinché lei si occupasse di me. In questo periodo è iniziata la mia alternanza di scuola e apprendistato da saldatore metallico come mio padre nel suo laboratorio. Nell'assenza di un maestro, ho dovuto alternare spesso fra il settore pubblico e quello privato. Più avanzavo nella scolarizzazione, più i problemi si accentuavano. Nel settimo anno, essendo al scuola lontano dalla mia abitazione, dovevo partire presto, trovare i soldi per il trasporto, per mangiare e per comprare i materiali per la scuola. Nello stesso periodo, ho iniziato a frequentare le discariche a cercare le scarpe di plastica che erano state gettate, per rivenderle. Con i guadagni, riuscivo a coprire i costi della colazione, del trasporto, delle matite e qualche libro. Trascorrevo una parte del mio tempo a giocare a "testa o croce". Si trattava di mettere una moneta in una scatola, dopo aver stabilito le coppie di giocatori, il tuo avversario deve indovinare il lato che uscirà. Se vince, prende i soldi, e se perde, li prendi tu. Riuscivo a mettere dei soldi da parte con i guadagni di questa attività. Con l'appoggio di AEJT e degli animatori, sono riuscito a smettere di giocare.
Tambaké Tounkara
Guinea Conakry, Africa
Delegato MAEJT Movimento Africano di bambini e giovani lavoratori
YENNIFER, LA STORIA DI UNA RAGAZZA LAVORATRICE DEL PARAGUAY
Sono nata il 19 novembre 1985 nella città di Asunción; vivo con mia madre e 8 fratelli nel quartiere Villa Elisa; frequento il 4° corso e lavoro nell'Ong "Callescuela" come aiutante di cucina nella mensa popolare aperta per i NATs (Niños Adolescentes trabajadores nell'acronimo spagnolo, bambini/e e adolescenti lavoratori). Ho iniziato a lavorare a 9 anni a casa mia facendo le faccende domestiche, come pulire la casa, accudire i miei fratellini, cucinare, lavare, etc, e allo stesso tempo lavoravo per le strade del mio quartiere vendendo frutta e verdura con i miei fratelli, con i prodotti che mia madre andava a comperare presto ai mercati generali. Per necessità e per le poche vendite, mia madre ha iniziato a fare "empanadas" (dolci fritti) e con mio fratello di 12 anni sono andata a venderle per strada. Grazie a questo lavoro ho potuto aiutare la mia famiglia con un contributo quotidiano, coprendo le nostre necessità e poter così anche studiare, sia io che i miei fratelli. Uno dei miei fratelli che lavorava precedentemente in strada ha conosciuto un progetto dell'Ong "Callescuela" dove partecipava al sostegno scolastico, alla mensa e ai laboratori di formazione per far parte di gruppi. Un giorno sono andata a cercarlo e lì ho conosciuto gli educatori che mi hanno invitato a partecipare al progetto; così con altri compagni abbiamo formato il gruppo "Mita Kuña Aty" (bambine riunite insieme) per conoscere i nostri diritti, per analizzare la nostra realtà e lottare per migliorare le nostre condizioni di lavoro e di vita e per realizzare attività ricreative ed educative.
Dopo alcuni anni sono stata eletta come rappresentante di ONATs - Organizzazione di bambini/e e adolescenti lavoratori di Asunción, che dal 1995 raggruppa NATs della zona metropolitana (oggi 300). Insieme ai compagni di vari gruppi sto contribuendo alla crescita di ONATs, dove partecipo a laboratori di formazione, analisi, riflessione, ricreazione, rappresentazione teatrale, ecc, lottando per i nostri diritti e per i diritti di tutti i bambini, di tutte le bambine e adolescenti del Paraguay e del mondo, perché i diritti dei NATs sono universali.
Ho avuto l'opportunità di conoscere molti NATs del mio paese, partecipando alla costruzione del Coordinamento nazionale dei NATs del Paraguay CONNATs nel 1999, che mi ha dato la possibilità di vedere in modo più ampio il lavoro e la capacità organizzativa dei miei compagni NATs di tutto il Paraguay. Quest'anno con CONNATs abbiamo realizzato una marcia nazionale alla quale hanno partecipato circa mille NATs, con l'obiettivo di esigere il rispetto dei Diritti dei bambini/e e adolescenti, del riconoscimento dei NATs e di CONNATs e anche per la non ratifica del convegno 138 dell'OIL (Organizzazione internazionale del lavoro).
Nel 2001 ho partecipato al 6° incontro Latinoamericano dei NATs. E' stata una tappa importante per migliorare le mie conoscenze, condividere i miei ideali, le mie speranze ed i miei sogni di lottare insieme a tutti i NATs e anche con le altre organizzazioni popolari di adulti per costruire insieme una vita nuova, un nuovo pianeta. Desideriamo un mondo dove ci venga riconosciuto il diritto ad esprimerci, a giocare, a ridere, sognare, manifestare la nostra opinione su qualsiasi cosa senza che nessuno ci fermi, una società che ci riconosca come parte delle soluzioni e non solo dei problemi come ci considera tanta gente, un mondo dove non si smetta mai di esercitare il nostro protagonismo per coltivare valori come la solidarietà, il rispetto, l'onestà, l'affettività, la dignità, l'amore che tutti gli esseri umani devono avere per aspirare ad una vita più umana e degna.
Ho avuto inoltre l'opportunità e la responsabilità di rappresentare il MOLACNATs nella Sessione Speciale UNGASS che le Nazioni Unite hanno dedicato all'infanzia a New York nel maggio scorso. Qui ho conosciuto tanta gente, anche NATs dell'Africa e dell'India, e adulti che lottano per i diritti dei bambini/e e adolescenti e ho osservato anche coloro che non credono in noi. Tutto ciò mi è servito per rafforzare i miei ideali e quelli di tutti i NATs, tra i quali il voler essere riconosciuti come persone con diritti e doveri per creare una nuova società. Credo che noi adolescenti e bambini siamo capaci di contribuire attivamente per la costruzione di un mondo migliore, più giusto, partendo dalla nostra esperienza di vita di NATs.
Credo che questa esperienza e queste lotte che stiamo sviluppando con tutti i NATs organizzati, mi abbiano cambiato davvero la vita, abbiano sviluppato in me una coscienza sociale critica di fronte alle ingiustizie che colpiscono l'infanzia in generale e in particolare noi NATs.
Credo inoltre che questa mia esperienza crei cambiamenti nella mia famiglia perché mia madre e i miei fratelli stanno imparando insieme a me un nuovo modo di vedere la vita e di vedere i bambini.
Infine, ho partecipato a vari eventi, seminari di formazione, dibattiti e in riunioni con autorità pubbliche a livello nazionale con i miei compagni NATs e con gli educatori dell'Ong di Asuncion "Callescuela"; talvolta m accompagna mia madre o gli amici di altre organizzazioni. Mi sento molto felice e contenta di poter fare questa esperienza di organizzazione con tanti fratelli e sorelle NATs perché ho conosciuto tanti nuovi amici NATs e adulti, ho migliorato la mia situazione lavorativa, aiuto di più la mia famiglia, mi sento valorizzata come persona anche perché posso dare un senso alla vita.
Ciao a tutti
Yennifer Garay González
Asuncion, Paraguay
Delegata del CONNATs, Movimento Nazionale dei NATs organizzati del Paraguay, e del MOLACNATs, Movimento Latinoamericano dei NATs.
TANIA, IL PROTAGONISMO ORGANIZZATO IN AMERICA LATINA
Sono felice e orgogliosa di poter condividere con voi la mia esperienza di vita.Sono una adolescente di 18 anni e vengo dalla Provincia di Victor Fajardo del Dipartimento di Ayacucho in Perù. Nella Regione Sierra Centrale dalla cquale provengono si parlano due lingue, quechua e castigliano (spagnolo del Sudamerica).Sono la quarta di sette fratelli, mia madre lavora come commerciante e mio padre è insegnante nella scuola primaria.
Tempo addietro, la mia famiglia ha subito molte delle violenze politiche e sociali del mio paese. Per questa ragione fummo obbligati a emigrare nella Città di Ayacucho, un tempo meno popolata e oggi con una esplosione demografica incredibile.
Ho iniziato la mia esperienza di lavoro come venditrice ambulante a partier dagli otto anni, lavoravo insieme a mia madre, i miei fratelli e mia zia, ma molto spesso da sola. La mia partecipazione ai Movimenti di bambini lavoratori è cominciata quando avevo dieci anni, con un piccolo gruppo organizzato del mio quartiere, nel quale ho subito sperimentato un ambiente gradevole, libero e motivante, spesso negato dentro la mia famiglia, nella scuola, nella comuinità. Qui ho appreso capacità artigianali, il disegno, la musica, la danza locale, etc. Col passare del tempo il gruppo si è rafforzato sempre più, perché cominciammo a condividere la nostra esperienza con quella di altri quartieri e agglomerati urbani che subivano violenza politica. Però quello che cartterizzava ilnostro gruppo era "essere lavoratori", qualcuno nel mercato, carrettieri, vendidori ambulanti. Per questo circa cinque anni fa abbiamo cominciato a partecipare attivamente e a integrarci nel Movimento Nazionale di Bambini e Adolescenti Lavoratori del Perù (MNNATSOP), che unisce le forme organizzative dei movimenti regionali, e in seguito nel Movimento Latinoamericano e del Caraibi dei NATs (MOLACNATs).
Riscatto il valore della cultura andina, che rappresenta una delle diversità che esistono in Perù, un paese multiculturale e multilingue, con più di cento gruppi etnici e Lingue native e indigene. Il modello educativo è però lo stesso per tutti. Per esempio i bambini della Sierra (Ande) come me, sono Quechua o Aymaras. Eppure tutti dobbiamo studiare in castigliano, ovvero in una lingua e in una cultura che non sono le nostre. Per noi bambini e adolescenti lavoratori questo rappresenta un'offesa e un'esclusione, a causa del quale ci troviamo in una situazione di svantaggio educativo rispetto agli altri paesi della nostra regione. La UNESCO e altre organizzazioni internazionali simili sono a conoscenza di questo.
Attualmente sto per entrare nella Università di San Cristobal di Huamanga, a Ayacucho, dopo aver tentato per tre volte. All'interno di questo contesto, che mi permette di migliorare il mio futro, mi sto rendendo conto della situazione in cui si trovano gli studenti di oggi e dell'importanza della qualità educativa. Io penso che se manca la qualità di vita non si può dare priorità alla qualità dell'educazione, in quanto la prima è la base per los viluppo della seconda.
Il fatto di partecipare alla lotta per un mondo migliore con i miei compagni NATs significa molto nella mia vita, perché è attraverso questa paretcipazione che ho imparato a prendere coscienza della realtà, avere una visione più ampia e critica di me stessa e degli altri, e a sentirmi soggetto sociale di e con diritto e aprte della soluzione.
Credo che sia molto importante il concetto di protagonismo, che ho sperimenatto nella mia stessa vita. Infatti quando ho iniziato a possedere l'uso della ragione, mi sono resa conto che i problemi che riguardavano la mia famiglia, non erano solo dei miei genitori, ma anche nostri, dei figli e che dovevo contribuire alla loro soluzione. Mi ricordo che l'iniziativa in qeusto senso la diede mia sorella maggiore, una persona molto dedicata allo studio e al lavoro, una seconda madre per noi quando i miei genitori erano assenti. Lei ci parlò di quanto siamo importanti per i nostri genitori e di quanto si può apprtare con un granello di sabbia.
Adesso mi rendo conto che nella mia famiglia esiste qualcuno che è "protagonista", che conduce, guida, risolve, anima, aiuta e soprattutto genera molteplicità, il che significa che i miei fratelli ed io seguimmo il cammino di mia sorella. E io ripeto questa esperienza con i miei fratelli minori e con le persone che conosco.
Così mi capitò nella caffetteria della scuola dove lavoravo. Il proprietario tutti i giorni preparava quasi la stessa cosa, io non me la sentivo di dirglielo, perché ero semplicemente una venditrice e non ne avevo il diritto. Però in giorno mi accorsi di come stavo involgendo nel mio lavoro, e pensai che se avevo la necessità di dirlo, dovevo farlo, e questo in quanto io vendevo il cibo ed ero perciò responsabile di quello che offrivavamo, che fosse apprezzato dai clienti, e cambiando il menù il negozio poteva prosperare.
Così infine glielo dissi, e il proprietario apprezzò molto questo, e detto fatto il negozio cominciò a prosperare. Mi rendo perciò conto che nel nostro agire si trova il protagonismo, nel miglioramento, nell'attenzione, decisione e qualità. Ma il protagonismo è ancora più effettivo, pieno di risultati, se è un protagonismo organizzato, che si realizza partecipando a un gruppo, nel quale si impara che non tutti la pensano come te, che le tue idee non sono le uniche, e che confrontandole con quelle degli altri i risultati sono migliori, ed essere organizzati è garanzia del compromesso tra tutti e per tutti.
Grazie!
Tania Edith Pariona Tarqui
Ayacucho, Perù
Delegata Nazionale del MNNATSOP, Movimento Nazionale dei NATs organizzati del Paraguay, e del MOLACNATs, Movimento Latinoamericano dei NATs.
PRONATs, Initiativkreis gegen Ausbeutung und für die Stärkung arbeitender Kinder" (Rete di iniziative contro lo sfruttamento e per il rafforzamento dei bambini lavoratori) è una associazione tedesca nata nel 1997 e formata da persone adulte che lavorano per Ong, sindacati, scuole o come educatori, che si pongono come obiettivo comune di appoggiare i processi organizzativi dei Movimenti NATs (Acronimo spagnolo di bambini e adolescenti lavoratori).
Ufficialmente fanno parte di PRONATs tre soggetti:
- Arbeitsstelle Dritte Welt, ossia la "sezione Terzo Mondo" dell'Istituto Politecnico di Berlino
- Christliche Initiative Romero, associazione Iniziativa Cristiana Romero di Münster;
- Terre des Hommes di Osnabrück.
Informalmente vi partecipano però diverse persone disseminate nelle varie regioni della Germania, oltre che in Svizzera, Lussemburgo, Francia, ecc. Si tratta di persone per lo più facenti parte di organizzazioni, associazioni, che partecipano in modo più o meno attivo alle iniziative di PRONATs e che si sono rese disponibili a diffondere tutte le notizie che partono dall'esperienza di PRONATs nei loro paesi.
Il lavoro minorile in Germania
Da qualche anno l'opinione pubblica in Germania sta cominciando a rendersi conto che il fenomeno dei bambini e adolescenti lavoratori non si limita ai paesi del sud del mondo, e a partire dallo scorso anno PRONATs segue ed aiuto un gruppo di bambini lavoratori tedeschi.
In questo contesto Pronats ha organizzato nel novembre 2001 a Berlino un convegno dal titolo "Kids Aktiv, bambini che aiutano, fanno lavoretti, lavorano, si organizzano…prendono la parola". Insieme a PRONATs ha partecipato al'iniziativa "Eine Welt im FEZ", un progetto di educazione e ricreazione minorile che ha luogo in un grande centro per il tempo libero e dei divertimenti situato all'interno di un enorme parco a sud-est di Berlino.
Vari studi condotti in Germania dal 1989 in diverse regioni della Germania hanno rilevato che anche in questo paese c'è un alto numero di bambini/e e adolescenti che svolgono alcuni tipi di lavoro remunerato, in genere contemporaneamente alla scuola, fatto che ha suscitato tutta una serie di commenti pieni di preoccupazione, in quanto si teme che questa situazione possa pregiudicare ai bambini/e e adolescenti il loro sviluppo fisico e rendimento scolastico. Senza dubbio, nessuno chiede ai bambini stessi cosa pensano di questo.
In un progetto di ricerca iniziato due anni fa, sono state raccolte tante brevi storie di vita, esperienze di "lavoro" in casa (mestieri, spesa, preparazione pasti, baby-sitting rivolto ai fratelli più piccoli, etc.), aiuto nelle attività lavorative dei genitori (ristoranti, negozi), vendita di prodotti nei vari mercatini delle pulci, distribuzione di giornali e volantini pubblicitari nelle cassette delle lettere, sistemazione prodotti nei supermercati, e altro ancora.
Dallo studio risulta che i bambini non lavorano per la loro sopravvivenza, ma per sentirsi maggiormente indipendenti dai genitori; inoltre non sono obbligati da nessuno a lavorare e l'attività che svolgono non è in genere troppo faticosa.
Il brano che segue è tratto da una dichiarazione dei bambini e degli adolescenti tedeschi presenti al convegno di Berlino dello scorso anno.
"Desideriamo per noi un lavoro che ci diverta e un mondo che sia pacifico e sano"
"Abbiamo appurato che noi, al di là della scuola e dei compiti, facciamo un sacco di altre cose. Abbiamo esperienza di guadagno; facciamo spesso baby-sitting, distribuiamo giornali, riempiamo scaffali di supermercati, aiutiamo nei negozi, facciamo piccoli lavori di giardinaggio. Vendiamo sulla strada giochi e libri che non usiamo più, o funghi da noi raccolti. Prendiamo parte a mercatini dell'usato. A casa aiutiamo i nostri genitori nelle pulizie, nel riordino, nel passare l'aspirapolvere, nel curare gli animali domestici, nel portare a passeggio il cane, nel curare i nostri fratelli più piccoli.
Molti adulti, anche molti genitori, pensano che ciò che noi facciamo non è un lavoro perché noi siamo bambini. Ma ciò che noi facciamo è di grande utilità per loro, per noi e per tutti coloro con i quali entriamo in relazione.
Noi facciamo volentieri qualcosa a casa; ci fa piacere essere di aiuto alla nostra famiglia. Non vogliamo però ricevere continuamente ordini o essere sgridati o puniti se non abbiamo portato a compimento un dovere o se abbiamo fatto un errore. Noi siamo in grado di farci anche la merenda. Siamo anche molto più indipendenti di quanto molti adulti pensano.
Noi bambini vorremmo volentieri fare qualcosa di più, ma molti genitori non lo permettono perché pensano che noi non siamo in grado o che potremmo farci del male. Dovrebbero fidarsi maggiormente di noi; avere più fiducia.
Ci sono addirittura delle cose che noi bambini sappiamo fare meglio. Sappiamo fare coraggio meglio degli adulti, a chi è triste o ha problemi di cuore. Spesso siamo indiscreti, ma siamo anche più spontanei e diciamo apertamente ciò che pensiamo. Noi bambini siamo come insetti: piccoli, forti e testardi.
Anche noi bambini abbiamo bisogno di soldi. Solo con i soldi si può ottenere ciò di cui si ha bisogno per vivere. Ma con i soldi non si può comprare tutto, l'amicizia ad esempio, l'amore, la pace, il coraggio, la salute, la fortuna. I soldi sono importanti nel lavoro e le persone non dovrebbero assolutamente pensare che il nostro lavoro sia più economico solo perché siamo bambini. Ma i soldi non sono tutto. Il lavoro deve anche divertire ed essere interessante. Senza lavoro moriremmo di noia. Attraverso il lavoro noi impariamo a diventare più indipendenti, a conoscere le persone e possiamo imparare al meglio tutto ciò che serve per la vita.
Non tutti i lavori ci piacciono. Soprattutto noi non vogliamo essere costretti a lavorare. Il lavoro non deve essere stressante, non deve essere troppo lungo e troppo pesante per noi. Noi non vogliamo assolutamente lasciarci sfruttare.
Noi ci aspettiamo che la nostra opinione e i nostri diritti siano maggiormente rispettati e che siano considerate anche al momento delle decisioni politiche. Un mondo in cui i bambini avessero la parola sarebbe ben diverso! Sarebbe più colorato e creativo; sarebbe più amichevole e più pacifico; l'ambiente sarebbe più pulito e non ci sarebbe così tanta violenza!"
Prof. Dr. Manfred Liebel
Technische Universität Berlin
Institut für Gesellschaftswissenschaften und historisch-politische Bildung
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