Iraq e Siria terreno di guerra di mercenari
Vorrei attirare l'attenzione su una questione che non viene per nulla affrontata, ed è la presa d'atto della presenza in tutta l'area dal Darfur in Sudan alla Siria, dalla Libia all'Iraq, fino all'Afghanistan di un vero e proprio esercito di mercenari stranieri, che vengono ingaggiati da dittatori, quando ci sono dittatori, che li ingaggiano come il caso di Geddafi in Libia nel 2011, dove: " Secondo fonti, non ufficiali, riportate da Al Jazeera, evidenziavano la presenza di miliziani arrivati in Libia attraverso il Ciad dalla regione occidentale del Sudan , già distintisi per le atrocità compiute in Darfur nel corso dell'omonima guerra .La repressione è affidata anche a mercenari serbi, ex componenti dei "Berretti Rossi".
Come scriveva Gianpaolo Cadalnu nell'articolo riferito agli scontri in Libia apparso su Repubblica il 21 febbraio 2011: “Le milizie ricevono 30.000 dollari per ogni giorno di combattimenti al fianco del regime e 10.000-12.000 per ogni manifestante ucciso." Successivamente, altre stime, riportate dal giornale Daily Telegrap hanno valutato in 10.000 dollari il compenso pro capite per l'esercizio di due mesi di attività di guerra al fianco del regime.
Questi mercenari non rispondono ormai a nessuno che non paghi profumatamente e, se non c'è qualcuno che paga, ci pensano loro stessi a procurarsi quello che vogliono attraverso saccheggi, rapimenti con richiesta di riscatto, controllo delle risorse minerarie e altri traffici.
Perché ci si dovrebbe stupire che a decapitare un giornalista americano sia un miliziano con la cadenza londinese, se a fare i mercenari c'è gente di ogni parte del mondo.
Nel mentre ci accingiamo sciaguratamente a inviare armi in Iraq, i nostri Ministri dell'Interno e degli Esteri dovrebbero almeno dirci quanti italiani sono ingaggiati come milizie private in Siria e in Iraq e che provvedimenti intendano prendere per bloccare questi sanguinari.
Aldo Prestipino