Vogliamo contare di più, lo dicono 50 scuole con Asoc
Un progetto che ha portato alunni e studenti a confrontarsi con coetanei lavoratori dell’America latina. Facendoli crescere.
A promuoverlo l'associazione A.So.C. Onlus, in collaborazione con il Comune di Arzignano, l'itis Marzotto e le associazioni Aprirsi, Eurocultura, Italianats, Solinte e "Via Firenze 21". con il patrocinio e il contributo della Regione Veneto nell'ambito del bando per la promozione dei diritti umani e della cultura di pace anno 2007.
(L.P.) La voglia di essere protagonisti e di contare di più nell'ambito della famiglia e degli amici. Emerge dai risultati del progetto "Il protagonismo giovanile: diritto allo studio e diritto al lavoro" che ha coinvolto 50 scuole tra elementari, medie e superiori della provincia. A promuoverlo l'associazione Asoc Onlus, in collaborazione con il Comune di Arzignano, l'itis Marzotto e le associazioni Aprirsi, Eurocultura, Italianats, Solinte e "Via Firenze 21".
Il progetto parte dal presupposto che bambini e adolescenti siano in grado di esprimere idee e di affermare un protagonismo che può aiutarli a porsi come persone responsabili nel contesto sociale. Asoc ha portato 800 studenti a conoscere la realtà di un protagonismo non tradizionale, quello dei movimenti dei bambini e adolescenti lavoratori dell'America Latina, Asia e Africa. Grazie ad incontri con giovani lavoratori dell'Afghanistan, ha permesso agli studenti vicentini di interrogarsi sul grado di coscienza dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e a riflettere sulle forme di protagonismo giovanile.
Il progetto prende le mosse da una riflessione sulla situazione italiana dell'infanzia che registra, secondo le ricerche più accreditate, l'esistenza di circa 500 mila bambini e adolescenti lavoratori, in un panorama che vede il Nord est come una delle aree di maggiore presenza del fenomeno. Si è cercato di far emergere le pratiche di partecipazione giovanile sul terreno dello studio e del lavoro, pratica quest'ultima che è presente nel vivere quotidiano di tanti ragazzi, come spiega il presidente di Asoc , Aldo Prestipino: «Durante i nostri incontri chiedevamo ai bambini e ragazzi se avessero mai avuto, a modo loro, un'esperienza di lavoro. Più volte ci siamo sentiti rispondere in modo affermativo. Per loro è un modo di sentirsi valorizzati, perché anche il lavoro, sempre se fatto all'interno di una rete sociale che è d'accordo, può essere visto come uno strumento formativo».
Tra le scuole coinvolte, anche il comprensivo 1, con la media Maffei. Qui insegna Daria Tresso referente per l'integrazione e l'inserimento degli alunni immigrati. «Purtroppo nella mia esperienza di insegnante ho visto situazioni di sfruttamento per quanto riguarda il lavoro dei bambini, specialmente all'interno della comunità cinese. In genere infatti i bambini stranieri considerano come normale l'esperienza del lavoro, che spesso vivono in situazioni domestiche ed extradomestiche».
Articolo apparso sul Gazzettino il 10 luglio 2008